Alcuni piatti stuzzicano più la curiosità dell’appetito, ma vale la pena di lasciarsi tentare.
Fugu, Giappone
I giapponesi sono campioni in materia di piatti strani: non per niente vengono citati due volte in questo capitolo. La prima menzione è per il ben noto e micidiale fugu (pesce palla), ricco di tetrodoxina, una sostanza 13 volte più velenosa dell’arsenico. Preparata da chef che eliminano accuratamente ogni traccia di veleno, questa prelibatezza ha un sapore piuttosto neutro e anestetizza le labbra. In alternativa potete gustare lo hirezake (sake caldo con coda di fugu tostata). Non tutti possono permettersi di cenare flirtando con la morte: un piatto di fugu si può pagare fino a 10.000 yen.
Genpin Fugu è uno dei migliori ristoranti specializzati in fugu di tutta Tokyo. La stazione metropolitana più vicina è Shinjuku.
Bush tucker, Australia
Nelle straordinarie pianure dei Flinders Ranges meridionali, nel sud dell’Australia, potrete assaggiare i piatti tipici della cucina australiana a base di carne di canguro e di emu. Nella piccola Parachilna, un insediamento di sole sei persone, il bel Prairie Hotel è specializzato in bush tucker (cibi aborigeni a base di piante e animali del bush). Il menu propone uova di emu fritte a colazione e teneri letti di canguro a cena. Lo chef prepara i suoi piatti servendosi solo di ingredienti locali, utilizzati dal popolo dei kaurna da migliaia di anni.
Le suite deluxe del Prairie Hotel sono confortevoli e sfoggiano un design innovativo; prenotate su www.prairiehotel.com.au.
Insetti, Myanmar
Molti birmani pensano che «qualsiasi cosa cammini sulla terra può essere mangiata». Traduzione: qui gli insetti hanno vita breve. Nei mercati notturni di Yangon (Rangoon) e di tutto il paese, i thãye-za (letteralmente “stuzzichini appetitosi”) hanno la forma di grilli, scarafaggi e larve. I grilli sono preparati allo spiedo mentre le larve sono servite ancora vive. Un consiglio su come mangiare gli scarafaggi: succhiate il corpo e poi, a parte, masticate la testa.
Il mercato notturno di Yangon si trova pochi passi a nord della Sule Paya. Già che ci siete visitate prima la pagoda: è aperta dalle 4 alle 22.
Buah Keluak, Indonesia
Buah keluak significa ‘il frutto che nausea’. In realtà non si tratta di un frutto: è invece il morbido interno di un seme dall’involucro molto duro, grosso come un piccolo uovo. Si trova dentro il frutto del grande albero di kepayang. Quando non viene cotto e mangiato, è usato dagli indigeni delle giungle indonesiane per avvelenare le punte delle lance, delle frecce e dei dardi delle cerbottane. Il buah keluak contiene glucoside, che a sua volta produce acido prussico; ma basta immergerlo nell’acqua per neutralizzarne l’effetto.
Avventuratevi nel Komodo National Park (www.komodonationalpark.org) e cercate l’albero di kepayang il cui seme è appunto il buah keluak.
Menu artici, Norvegia
Qui al nord avrete l’opportunità di assaggiare i cosiddetti ‘menu artici’ a base di ingredienti locali come le foche e l’onnipresente merluzzo, del quale non si butta via niente. La gente del posto infatti ne mangia guance, uova, fegato e stomaco. Pare inoltre che la lingua del merluzzo sia una vera prelibatezza; in genere spetta ai bambini estrarla. Le uova vengono salate e conservate in enormi tinozze. E il fegato? Viene bollito o cotto al vapore, quindi è pressato per ricavarne un gustoso olio. La carne di renna è un’altra protagonista dei menu locali.
Il luogo ideale per assaggiare questi piatti è Tromsø, la città principale della Norvegia del nord, situata oltre il Circolo Polare Artico.

©Justin Foulkes/Lonely Planet
Hákarl, Islanda
La carne fresca di squalo della Groenlandia è velenosa. Per ovviare a questo problema, gli islandesi hanno ideato un processo in base al quale si lascia fermentare la carne, che poi viene appesa e fatta essiccare per diversi mesi. Questa specialità della tradizione islandese chiamata hákarl, tipica del periodo invernale, non è poi così apprezzata neanche nel suo paese d’origine: a questa condizione concorrono l’odore che ricorda quello dell’ammoniaca e il sapore piuttosto deciso. Lo hákarl si trova nei supermercati del paese tutto l’anno, non solo in inverno; ne esiste una variante rossa (glerhákarl – il ventre) e una bianca (skyrhákarl – la polpa) e va gustato con un bicchierino di brennivin, un alcolico locale.
Se l’hákarl ha stuzzicato il vostro appetito, ricordate di ordinare lo squalo della Groenlandia e non lo squalo elefante, che è a rischio di estinzione.
Tentacoli vivi, Giappone
Se rimanete imperturbabili davanti a un piatto di pericoloso fugu siete i candidati perfetti per mangiare una specialità che arriva nei piatti mentre è ancora viva. I cuochi specializzati in sushi si divertono a tagliare il tentacolo di un polipo per poi disporlo su un piatto con salsa di soia e servirlo mentre continua a dimenarsi. Che cosa trovate più fastidioso: la sensazione delle ventose che si appiccicano al palato o la consapevolezza che state masticando un essere ancora in vita?
Tra queste insolite specialità spiccano i calamari: se ne trovano di eccellenti nei ristoranti di Fukuoka.
Fufu, Africa occidentale
Molti abitanti di questa regione non tradirebbero mai il fufu, patate dolci pestate in un enorme mortaio di legno con un pestello, sempre di legno, fino a raggiungere una consistenza semisolida. Nei villaggi dell’Africa occidentale il suono del mortaio accompagna le prime ore del mattino. Il fufu si presenta sotto forma di appiccicose palline che vanno ingurgitate senza masticare, accompagnate da una salsa piccante a base di noccioline. È un piatto profondamente legato all’identità nazionale, soprattutto in Ghana.
Il Ghana occidentale è il regno del fufu; questa zona è rinomata per le sue spiagge e per il villaggio di palafitte sul Lago Tadane. Non è possibile visitare il villaggio di giovedì – considerato giorno sacro.
Cervello di scimmia, Indonesia
Molti tra quelli che erano ragazzini negli anni ’80 associano il cervello di scimmia a uno dei film di Indiana Jones. La tradizione vuole che la parte superiore della scatola cranica di una scimmia, tagliata con un coltello, sia posata in una cavità apposita al centro di un tavolo. Dentro questa coppa viene quindi versato dell’arrack (vino di riso). Il macaco cinomolgo è il primate che più frequentemente subisce questo triste destino. I ristoranti che propongono questa specialità sono stati oggetto di feroci critiche.
Il Ketupat Restaurant a Kuta, propone ottimi piatti della cucina indonesiana tradizionale, ma non aspettatevi di mangiare le scimmie.
Tratto da 1000 viaggi straordinari, pagine 304-305
(Credits foto apertura: Sashimi di Fugu, il micidiale pesce palla. Giappone. ©KPG_Payless/Shutterstock)