Il regno himalayano del Bhutan offre numerose attrattive, con un affascinante mix di devozione buddhista, cime e valli incontaminate e antica cultura. Mettete da parte le vostre preoccupazioni quotidiane e trovate pace interiore nella Terra del Drago del Tuono…
Il Bhutan, paese a lungo isolato, famoso per misurare la Felicità Nazionale Lorda oltre al PIL, ha sicuramente qualcosa da insegnare ai materialisti più consumati. Il cambio di mentalità inizia già prima di arrivare all’aeroporto di Paro: il volo della Druk Air, che procede zigzagando sopra un mosaico di verdi vallate, è di per sé inebriante.
La spiritualità è parte integrante di questa mistica nazione buddhista, piena di dzong (fortezze-monastero), monaci e arte religiosa. E non c’è modo migliore di avviare la ricerca interiore che affrontare l’escursione fino alla Tana della Tigre (Taktshang Goemba), il monastero montano più ricco d’atmosfera di tutto il Bhutan, sul fianco di un’alta parete rocciosa a picco sulla valle di Paro. Muschio bianco simile alla barba di Gandalf pende dai rami degli alberi lungo la strada, percorribile in due ore di cammino. Il viaggio sembra l’equivalente fisico del dharma buddhista, il ‘sentiero di moralità’, e con ogni passo la mente si libera dai pensieri che la ingombrano. Lungo il tortuoso percorso incrocerete cavalli dal passo sicuro, monaci avvolti in tuniche color zafferano (armati di macchine fotografiche digitali!) e ruote della preghiera azionabili a mano.
A metà strada rilassatevi in una casa da tè con vista sulla Tana della Tigre. Poi raggiungete il monastero ammantato di nebbia e incorniciato da bandiere di preghiera, dove gli unici suoni sono quelli del vento, delle cascate e del canto dei monaci. Potete sbirciare nelle sale interne, nella cui penombra si intravedono monaci in preghiera che onorano il guru Rinpoche. In questo luogo regnano la tradizione medievale, un’intensa devozione e il mistero: il guru Rinpoche, arrivato in volo sul dorso di una tigre per placare un demone locale e portare il buddhismo dal Tibet al Bhutan, in seguito si fermò a meditare in una grotta, ora luogo sacro e sede dell’attuale monastero. La salita non è facile, anche per l’altitudine, ma se siete in buona forma fisica dovreste riuscire a portarla a termine; ricordate: un po’ di sofferenza serve alla crescita spirituale.

La vacanza perfetta
Vi piace l’idea di iniziare la giornata facendo yoga rivolti verso l’Himalaya? Nel boutique hotel Uma by COMO, arroccato sopra la cittadina di Paro, è facile entrare in contatto con il proprio lato spirituale. Situato tra foreste di pini, questo albergo in alta quota è la versione contemporanea degli edifici bhutanesi tradizionali, con 20 ariose camere-lodge disposte intorno a un cortile assolato e nove ville indipendenti. Trascorrete un giorno ad acclimatarvi all’altitudine (vi accorgerete di avere il fiatone); fate un tuffo nella piscina orlata di pietre o godetevi un bagno rigenerante nella spa.
Vi trattenete pochi giorni? Scendete alla cittadina di Paro e visitate la sua fortezza-monastero; girate nei cortili che circondano la torre centrale e ammirate le pitture murali e le sculture. Nei pressi, una torre di guardia a forma di conchiglia ospita il National Museum, in cui è esposto un eclettico mix di armi, teiere, animali imbalsamati, francobolli e thangka (pitture religiose). Dedicate un giorno alla salita alla Tana della Tigre, fermandovi per un pranzo al sacco, o arrivando a piedi fino all’antico convento di Kila Goemba, vicino al Cheli La Pass.
La vivace capitale Thimphu, a due ore di macchina da Paro lungo una strada tortuosa, ospita uno dzong, la ricostruzione di una fattoria al Folk Heritage Museum e il National Institute for Zorig Chusum, dove lavorano giovani artisti e apprendisti artigiani. Gli amanti della natura possono far visita alla Motithang Takin Preserve, dove si può osservare il takin, l’animale nazionale del Bhutan, simile a un alce. Lungo le sponde del Wang Chhu River, il Weekend Market è un tripudio di cibo, abiti e curiosità buddhiste. Ma è possibile anche affrontare escursioni di più giorni con pernottamento in tenda, come il Druk Path e il trekking ai Dagala Thousand Lakes da sei giorni, o il trekking a Jhomolhari da nove. Le sistemazioni variano da economiche pensioni a lussuosi resort, come Amankora e Taj Tashi a Thimphu.
Deviazione
Punakha, cinque ore di auto a est di Paro, ma a una quota inferiore, è ideale per acclimatarsi in un paesaggio verdeggiante. Già capitale del paese, la cittadina è un’ottima base per trekking, rafting, bici o visite allo dzong più bello del paese, alla confluenza di due fiumi. Potete ammirare il vicino Tempio del Folle Divino (Chimi Lhakhang) per un’ulteriore immersione nella cultura buddhista. COMO ha un suo lodge qui, con solo nove camere affacciate sulla valle e due ville su un’ansa del Mo Chu. Febbraio, con il Punakha Festival, è un mese ricco di eventi.
Esperienze cruciali
* Cimentatevi con il tiro con l’arco, lo sport nazionale del Bhutan; ovunque si tengono tornei locali.
* Procuratevi un bel gho – la tunica lunga fino al ginocchio che si indossa con la cintura, ancora utilizzata dagli uomini (il kira, il corrispettivo femminile lungo fino ai piedi, si può acquistare nei negozi di Paro o Thimphu).
* Salite fino alla Tana della Tigre, un’escursione da fare in giornata.
* Visitate una fortezza-monastero; quelle di Paro e Punakha sono particolarmente affascinanti.
* Assistete a un festival di danza tradizionale, con spettacoli di forte impatto pieni di spiritualità.
* Rilassatevi (o scaldatevi) con un bagno di pietre calde.
Il Bhutan in bicicletta
Le scalate a piedi non fanno per voi? Che ne dite, allora, di una bella discesa di 35 km, magari in sella a una mountain bike? Quella da Cheli La Pass – il passo raggiungibile in automobile più alto del paese a 3810 m di quota – a Paro è un’esperienza indimenticabile che può essere affrontata da ciclisti di qualsiasi livello. Le bici e i caschetti possono essere noleggiati, e ci si può accordare anche per essere portati in automobile fino al punto di partenza; lungo la discesa si incrociano cani randagi, galline, bambini, monaci e, di quando in quando, qualche mezzo a motore, prima di superare l’aeroporto e raggiungere la cittadina. Non c’è quasi da pedalare, mentre spesso è consigliabile usare i freni…
Paradisiaci bagni caldi
Non avete tempo di meditare? Allora concedetevi almeno un tradizionale dotsho bhutanese (bagno di pietre calde), che darà sollievo ai vostri muscoli provati dal trekking. Le pietre, riscaldate sui carboni ardenti, sono immerse in una profonda vasca di legno, la cui acqua raggiunge temperature piacevolmente alte (non temete, una grata ripara dal contatto con le pietre). Anche gli alberghi più piccoli di solito offrono questo particolare trattamento. All’Uma by COMO di Paro sull’acqua galleggiano fiori di montagna e dalla sala in cui si trova la vasca si può ammirare una bella vista sulla valle. Oltre a sorseggiare un tè durante il bagno, regalatevi anche un massaggio.
Libri e film consigliati
* La coppa (1999) Questo film del regista bhutanese Khyentse Norbu narra la storia di due giovani rifugiati tibetani appassionati di calcio ospitati in un monastero che desiderano vedere la Coppa del Mondo.
* Parole dal cuore. La pratica della compassione (Dalai Lama) Un’introduzione al buddhismo scritta dalla guida spirituale del vicino Tibet.
* Il miracolo della presenza mentale (Thich Nhat Hanh) Manuale di meditazione scritto da un monaco buddhista vietnamita.
* Oltre il cielo, oltre la terra. La storia vera di un amore in Bhutan (Jamie Zeppa) Storia degli anni trascorsi in Bhutan da un’insegnante canadese.
* Maghi e viaggiatori (2003) In questo film in lingua bhutanese, del regista Khyentse Norbu, un membro del servizio civile sogna di lasciare il Bhutan, ma un viaggio nella sua terra lo persuade che la felicità può essere trovata in patria.
* Bhutanese Tales of the Yeti (Kunzang Choden) Affascinanti storie sul migoi (lo yeti).
Contenuto tratto da: “Viaggi da sogno. Fantastiche evasioni dal quotidiano”, © Lonely Planet Pty Ltd 2013 | Ed. italiana © EDT 2014, 320 pp
(Credits foto apertura: Paesaggio fluviale, Bhutan. ©sandipan das/Lonely Planet)